Con IRONMAN SUD AFRICA E IRONMAN COZUMEL si è conclusa un’altra stagione agonistica nel segno di performance sempre più elevate. In vista della nuova stagione agonistica, il periodo invernale è il momento migliore in cui riequilibrare il proprio corpo dopo un’intera stagione di fatiche.

Spesso durante la stagione ci si allena “sul filo del rasoio” con massima attenzione al bilanciamento dell’allenamento. ESEGUITE ESERCIZI MIRATI AL VOSTRE ESIGENZE, GLI ESERCIZI GENERALI MIRATI AL CORE SPESSO SONO INUTILI.
Nel triathlon è indubbio che l’allenamento sia alternato per le tre discipline, e quindi il sovraccarico sport- specifico non sia legato alla ripetizione sempre dello stesso gesto atletico. Tuttavia, il volume complessivo di lavoro e la tipologia della preparazione atletica che deve consentire al triatleta di poter competere efficacemente su una distanza sprint fino alla distanza Ironman all’interno della stessa stagione, sono fattori determinanti di stress e infortuni localizzati. In un recente articolo sono stati analizzati gli infortuni più frequenti nel triathlon: 

• piede/caviglia;
• schiena;
• ginocchio;

Queste sono le regioni corporee più sollecitate per tutte e tre le frazioni.

Come prevenire e come riabilitare questi infortuni?
Il corpo, per funzionare bene, deve essere armonioso ed equilibrato. Ad esempio in termini più generici, problematiche come ernie discali, artrosi, disturbi digestivi, ginecologici (soprattutto dolore pre-mestruale), tendiniti, alterazioni circolatorie, dolore al rachide cervicale, scompaiono o si attenuano decisamente se il corpo ritrova un funzionamento armonioso.

FATE FISIOTERAPIA MIRATA PER TROVARE L’EQUILIBRIO FUNZIONALE PERDUTO
Si parte da pochi test della funzionalità globale del movimento per arrivare alla specifica problematica. Questo tipo di approccio non è focalizzato sul dolore. I test sono fondamentali per comprendere di cosa necessita il corpo. Il programma prevede il rinforzo delle zone corporee più deboli e l’allungamento delle zone dove c’è una restrizione di movimento. Il fisioterapista può trarre numerose osservazioni su squilibri muscolari, limitazioni o blocchi articolari di vari distretti corporei. Si va, in pratica, a valutare nella globalità il comportamento delle catene cinetiche del nostro corpo, l’efficienza neuro-muscolare e la flessibilità dinamica. Le informazioni si ricavano nell’osservare i vari adattamenti. Non è importante la problematica localizzata ma il comportamento della catena funzionale. Le catene muscolari rappresentano dei circuiti in continuità di direzione e di piano, attraverso cui si propagano le forze organizzative del corpo. Il corpo è schiacciato dalla propria forza-peso, vale a dire dalla propria forza muscolare, dalle ipertonie, dagli stati di tensione e contrazione, dalle perdite di elasticità.

OBIETTIVO
Correggere i diversi squilibri muscolari che creano la singola patologia e restituire l′ampiezza articolare normale e la lunghezza fisiologica delle catene muscolari. Questo risultato si ottiene attraverso l’adozione di posture di stiramento o esercizi muscolari mirati (in funzione delle caratteristiche dell’atleta). Lo stiramento muscolare e gli stimoli correttivi devono essere mantenuti il più a lungo possibile nel corso della singola seduta per influenzare neurologicamente lo squilibrio esistente, e consentire al tessuto connettivo profondo di deformarsi e rilasciarsi in modo corretto.

COSA VALUTIAMO?
• Mobilità attiva;
• Azione muscoli stabilizzatori;
• Equilibrio specifico;
• Intervento segmenti articolari e catene muscolari;

COME INTERVENIAMO DOPO IL TEST
Individuate le eventuali limitazioni articolari, ipotonie/ipertonie muscolari e indagato nello specifico il motivo dello squilibrio si passa ad impostare un piano di esercizi di riequilibrio che inizialmente sarà analitico per poi passare alla globalità del movimento, riportando delle gestualità meno compensate e più fisiologiche. Investire durante il periodo invernale in sessioni di training di riequilibrio corporeo tornerà senz’altro utile nelle gare dell’anno prossimo e nella gestione delle cosiddette “crisi” durante le competizioni, in cui a fare la differenza, sarà la meticolosità e la razionalità con cui il vostro corpo è stato preparato.

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